Lettera aperta agli associati

Cari Associati,

la pandemia in corso ci ha impedito di realizzare il nostro programma di attività e di incontri. Sappiamo che non potremo vederci a breve in un’assemblea tradizionale, ma sarà forse possibile fare insieme il punto sui problemi suscitati dal Covid-19 in un convegno telematico, utilizzando una piattaforma per videoconferenze.

Intanto è però diventato attuale, e deve essere affrontato subito, il problema dei danni collaterali del Covid-19. Sono i danni derivanti dalla sospensione, fin da marzo, delle attività dei presìdi sanitari sul territorio, in particolare dei poliambulatori, e delle visite specialistiche. Sono danni che non riguardano soltanto la Sardegna, come si desume da stime nazionali secondo cui i morti a causa della sospensione delle cure ammontano a molte migliaia. Limitandoci agli aspetti locali, rileviamo che questo fenomeno è stato ammesso dal Presidente della Regione e dal Commissario dell’ATS.  Ma entrambi dichiarano – come si apprende da notizie di stampa – che si inizierà soltanto adesso a studiare le modalità per la ripresa, e che questa potrà avvenire non prima di due-tre settimane.

Ci sembra censurabile l’evidente ritardo nell’affrontare un problema tanto rilevante. Non è una giustificazione sufficiente quella, che viene addotta, della necessità di apprestare misure contro i rischi da Covid-19; necessità innegabile, ma della quale sarebbe stato necessario farsi carico ben prima di oggi. È appena il caso di rilevare che il numero degli ammalati da coronavirus ha consentito di destinare alla loro cura singole strutture ospedaliere (a Cagliari soltanto l’Ospedale Santissima Trinità), e che non è stato certamente necessario adibire alla cura di quegli ammalati tutto il personale dei poliambulatori e delle varie altre strutture, generali e specialistiche. È quindi di tutta evidenza che si è trattato, piuttosto, di un ritardo nello studio delle procedure e nell’adozione degli idonei strumenti anti-Covid (tute, mascherine adeguate e altre attrezzature di protezione, notoriamente e gravemente carenti).

Sono trascorsi quasi tre mesi da quando è stato sospeso l’esercizio del diritto costituzionale alle cure dei portatori di patologie, anche molto gravi, diverse da quella pandemica; mentre sarebbe stato necessario contemperare le esigenze derivanti dalle differenti situazioni, riducendo al minimo, contrariamente a quanto è avvenuto, il sacrificio di importanti categorie di pazienti.

È intendimento della nostra Associazione unirsi alle iniziative, prospettate da varie parti, per sollecitare una soluzione il più possibile rapida del problema, che rischia altrimenti di protrarsi assai più a lungo di quanto promesso.

Su questo e su altri problemi chiediamo suggerimenti e contributi dei nostri Associati, che, intanto, salutiamo cordialmente.